L’asta del pesce a Selinunte
Tutto il mondo è un Teatro e tutti gli uomini e le donne non sono altro che attori. Essi hanno le loro uscite e le loro entrate. Una stessa persona, nella sua vita, rappresenta parecchie parti, poiché sette età costituiscono gli atti.
(William Shakespeare)
Ci sono cose che non si possono vendere a peso. Stiamo parlando di merce, alimenti che tutto il resto del mondo poggia sulla bilancia e fa stabilire il prezzo ad un calcolo matematico. Esiste un luogo in cui questa prassi non viene considerata, quasi fosse offensiva, perché ciò che si vende non è solo merce e basta, ma è un rito che celebra il giorno, l’inizio del grande gioco.
Si celebra ogni giorno a partire dalle otto del mattino a Marinella di Selinunte. Tutti diventano attori e spettatori, senza distinzione di ruoli, quando inizia l’incantu, nella piazza dedicata al grande Empedocle, all’interno di una piccola struttura, il pesce pescato, durante il pomeriggio del giorno precedente, viene esposto dentro piatti di metallo, in bella vista e senza badare al chilo, prende vita l’asta del pesce. Una rappresentazione senza finzione, che vede come attore protagonista il banditore, il giovane, ma già esperto, Giovanni Salvo, che fissa il prezzo della base d’asta. ora al ribasso, ma talvolta anche con un rialzo notevole. Tutti in scena, dunque, pescatori e acquirenti, si recita a soggetto, ma il canovaccio prevede, nell’atto finale, dopo circa un’ora, l’entrata in scena dell’anziano Giacomo Barraco, il mentore che premia chi si aggiudica l’asta, con un ulteriore pesce pregiato da lui stesso scelto a suggello del patto. Ogni mattina una replica, suoni e profumi sempre nuovi pur restando gli stessi. Il rito che si perpetua nei pressi del Tempio.
L’asta del pesce a Selinunte