Rosa Balistreri e le canzoni siciliane

Balistreri, “non solo la cantautrice del sud, della SICILIA” cantautrice e cantastorie italiana

Rosa Balistreri – Licata (Agrigento) 1927 – Palermo 1990
Una voce ‘vastasa’, un timbro forte, cavernoso, dato da corde vocali, probabilmente, consunte dalle grida che hanno accompagnato la sua infanzia poverissima e piena di stenti. Voce per ‘abbanniare mercanzia da vendere: lumache, capperi, fichi d’india e sarde, anche questo ha fatto nel corso della sua travagliata esistenza. Data in sposa a sedici anni ad un uomo, Iachinazzu, che lei stessa definisce latru, jucaturi e ‘mbriacuni’, con lui avrà una figlia, Angela Torregrossa, ma la convivenza con quest’uomo degenera quando, la nostra, scopre che si era giocato a carte la dote della figlia. Lo aggredisce con un corpo contundente al punto di  crederlo morto, dopo questo gesto rabbioso si costituisce dai carabinieri e sconta sei mesi di galera.

Dopo la prigione, per mantenere la figlia, ma anche i suoi familiari, si inventa diversi lavori estremamente umili e faticosi, finisce poi col fare la cameriera presso una famiglia benestante di Palermo. La figlia, Angela, viene messa in collegio e Rosa, in questi anni, impara a leggere e scrivere. Anche questa esperienza si trasforma in sventura, si concede, per amore, al figlio del padrone che la mette incinta. Questo episodio la vede costretta a fuggire dalla famiglia in cui lavorava, che l’accusa di furto.  Rosa torna in carcere per altri sei mesi. La sua tenacia non cede il passo allo sconforto, uscita dal carcere viene aiutata dal conte Testa che le trova una  sistemazione presso la chiesa degli Agonizzanti, sempre a Palermo, diventa custode del luogo di culto e si assicura un tetto per dormire, in un sottoscala, dove ospita pure suo fratello Vincenzo, che, seppur invalido, si arrangia facendo il calzolaio. Ancora una volta il destino si mette di traverso, Rosa rifiuta le attenzioni moleste del prete che, per questo motivo,  la sbatte fuori dalla chiesa. Per procurarsi qualche soldo e poter partire, insieme al fratello, Rosa svuota la cassetta delle elemosine e si trasferisce a Firenze. Inizia un periodo che vede alternati momenti di serenità, ma anche grandi dolori.  Entrambi trovano un lavoro e possono permettersi di fare venire in città anche la madre e un’altra sorella. A Licata resta solo la sorella Maria, che verrà uccisa dal marito quando tenterà di fuggire.
Un episodio che segnerà per sempre la vita della famiglia, il padre di Rosa, infatti, sceglierà per questo di impiccarsi.

Cu ti lu dissi – canti siciliani

Mi votu e mi rivotu” – canti siciliani

Buttana di to ma – canti siciliani

Il periodo fiorentino riserverà a Rosa anche soddisfazioni, una storia d’amore con il pittore Manfredi Lombardi che durerà per ben dodici anni, fino a quando questi non la lascia per mettersi con una sua modella. Si ricongiunge con la figlia Angela che, nel frattempo, era rimasta incinta. Vive del suo canto, esibendosi nelle feste dell’Unità e facendo teatro.  Siamo negli anni Sessanta e gli ambienti intellettuali della città d’arte, accolgono Rosa con grande interesse. Arriverà a partecipare ad uno spettacolo sui canti popolari, diretto da Dario Fo, Ci ragiono e canto, il titolo. Ormai quarantenne la nostra non ha perduto il suo fascino grezzo, nonostante le traversie che hanno caratterizzato la sua vita tumultuosa. Le sue canzoni e la sua voce catalizzano gli spettatori, narrano il dramma di una terra devastata dal malaffare ma, allo stesso tempo, ancora pronta e orgogliosa verso il riscatto.

Sono certa che prima o poi i poveri, gli indifesi, gli onesti, avranno un po’ di pace terrena.

Negli anni Settanta Rosa balza agli onori della cronaca per la vicenda che la vede esclusa dal Festival di Sanremo. Avrebbe cantato Terra che non senti, ma il brano, a quanto pare, non era inedito, come impone il regolamento. Questo episodio la consacra come vincitrice morale dell’edizione del 1973 della kermesse italiana. Ed era esattamente quello che sperava Rosa Balistreri, arrivare al grande pubblico. Fare sentire la sua voce potente  contro tutte le forme di ingiustizia perpetrate nei confronti dei deboli.

Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante… sono diversa, diciamo che sono un’attivista che fa comizi con la chitarra.

I testi delle sue canzoni sono in parte presi dalle raccolte del maestro Alberto Favara, in altri casi sarà lei stessa a recuperarli dai canti antichi siciliani che alternano al dolore la speranza.

Nel 1971 torna in Sicilia, si trasferisce a Palermo e, anche qui, viene accolta negli ambienti artistici e intellettuali del tempo. I suoi dischi oramai vengono incisi e apprezzati ovunque. Amica di Guttuso e del poeta Ignazio Buttitta che di lei dirà:

ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza.

Rosa Balistreri muore a Palermo nel 1980, le sue opere sono state curate dall’editore Francesco Giunta, una raccolta vastissima di registrazioni, recentemente si è tornato a parlare di questa straordinaria cantante folk, il suo canto straziante ha conquistato le nuove generazioni di appassionati di questo genere, accostata  alla grande Amalia Rodriguez.  Nella sua città d’origine, Licata, venne considerata una poco di buono, una svergognata, e solo nel 2013 è stata apposta una lapide in sua memoria. Tra i familiari, a conservare la memoria ci sarà il nipote, Luca Torregrossa, presidente dell’associazione Sicilia Amara di Rosa Balistreri.

Nel 2008 a Catania si svolge un grande concerto per ricordarla, decine di grandi artisti sono venuti per celebrarla, Carmen Consoli, Rita Botto, Ornella Vanoni, Marina Rei, Etta Sollo, Tosca, Alfio Antico, Emma Dante e tanti altri ancora.

Katia Regina

La siminzina – canti siciliani

Signuruzzu chiuviti chiuviti – canti siciliani

Rosa canta e cunta – canti siciliani

Lu focu di la paglia – canti siciliani

Ninna nanna di la Guerra – canti siciliani

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